Arte e Mercato. Sulla questione sono state scritte innumerevoli e ampie riflessioni, mentre fiere internazionali, gallerie, case d’asta, indici di mercato, ed eventi dedicati alla compravendita dei beni artistici mostrano quanto l’arte rappresenti (anche) un attraente prodotto dall’indiscusso valore economico.

Ne abbiamo parlato settimana scorsa nel post blog Quando l’arte è valore. Economia, mercato e cultura” e continuiamo a farlo in questo dando seguito alla domanda con cui avevamo chiuso lo scorso articolo. Tecnicamente, un mercato può essere definito come lo spazio destinato all’acquisto e alla vendita di prodotti e servizi, in cui si incontrano domanda e offerta determinando un prezzo. Proprio la relazione tra domanda e offerta fa sì che esista una sorta di autoregolazione che conduce a un equilibrio. Cosa accade, invece, se il cosiddetto prodotto è un’opera d’arte?

 

I segmenti del mercato dell’arte, costi di produzione e valorizzazione delle opere

 

Un’opera d’arte prevede dei costi di produzione sostenuti dagli artisti. Essi sono variabili e condizionati generalmente dalla tecnica utilizzata e dai materiali, fattori che vanno a influenzare il prezzo finale. Anche la dimensione delle opere è un fattore importante per la valutazione economica artistica. Se nel XV secolo erano rilevanti il materiale e la tecnica utilizzata, nel XVI secolo poi, soprattutto in Francia, il valore dell’opera era legato alla scelta del soggetto, mentre, a partire dal XIX secolo, alla firma dell’artista.

 

galleria d'arte

Quanto al mercato dell’arte di oggi, questo si presenta in diversi segmenti: primario, secondario e case d’asta. Il primo segmento di questo sistema coinvolge direttamente l’artista che immette sul mercato per la prima volta l’opera realizzata. Il secondo segmento riguarda invece lo scambio secondario che può riguardare la rivendita tra galleristi ma anche le imprese che decidono di compiere un investimento nell’arte. Le case d’asta invece coinvolgono non solo collezionisti privati ma anche rappresentanti di istituzioni museali e gallerie. Il riconoscimento iniziale del bene artistico, del suo valore estetico ed economico avviene dunque proprio nel mercato primario, ed è proprio l’interazione che si stabilisce in questo momento a influenzare il prezzo dell’opera.

L’opera d’arte si riveste di un certo rilievo allora quando viene valorizzato, ovvero, posto al centro di interesse collettivo. Tale valorizzazione riguarda tanto la componente culturale che quella economica. Una galleria d’arte, attraverso iniziative espositive, e operazioni specifiche, non fa altro che alimentare e velocizzare questo processo di valorizzazione promuovendo le opere e l’artista attraverso una relazione che è spesso continuativa e duratura. A loro volta, sono gli artisti che contribuiscono a creare valore per le gallerie attraverso la loro presenza. Il prestigio di una galleria coincide infatti proprio con la presenza di artisti e opere in linea con un concetto di valore che includa essenza culturale, economica, e attrattività.

 

Un bene prezioso: prezzo e valore di un’opera d’arte

 

L’economista Throsby ha definito il bene artistico come “bene misto” che possiede caratteristiche tanto di bene privato come di bene pubblico, all’interno di un mercato costituito da beni fisici ma anche idee e processi creativi che restano intangibili e spesso indipendenti dalla presenza materiale dell’opera. Certamente, un’opera d’arte possiede sempre un valore culturale ed economico, ma è un’operazione complessa attribuire significati alle molteplici manifestazioni dell’arte contemporanea e assegnare un prezzo a fenomeni sempre più intangibili. Cosa rappresenta allora la componente “prezzo” all’interno del mercato dell’arte?

La lingua latina indicava con il termine praetium il valore squisitamente materiale di un bene, il quale diventava così praetiosus. E oggi, il prezzo è esattamente quanto il consumatore è disposto a investire per un determinato e “prezioso” prodotto di mercato o servizio. Secondo una prospettiva economica, il valore riguarda il prezzo, l’utilità e l’atteggiamento e percezione del consumatore. Un’opera d’arte, così come un bene culturale, materiale o immateriale, può essere certamente analizzato secondo una prospettiva tecnico-esecutivo, ma anche come espressione sociale, simbolica, affettiva. È per questo che non è così semplice attribuire a un’opera d’arte un valore definito e stabile.

L’opera d’arte come patrimonio culturale. David, Michelangelo, 1501-1504, Galleria dell’Accademia, Firenze

L’insieme di caratteristiche che concorrono a definire il valore di un bene artistico non può facilmente essere circoscritto ad una quantità numerica definita. Nel caso del bene artistico, il “prezzo” è allora indice del suo valore economico, un concetto che non esprime però quel valore globale legato alla sua preziosa e unica esistenza culturale. È interessante notare che la qualità culturale del bene possiede un’accezione più variabile ed eterogenea rispetto a quella tradizionale e assoluta, dove il valore culturale coincideva con un’ideale di equilibrio e regolarità formale delle opere.

Un bene artistico possiede dunque caratteristiche culturali come: il valore spirituale, il valore sociale, il valore storico, il valore simbolico, il valore di autenticità. Ciò significa che l’opera d’arte veicola un’essenza legata alla bellezza nel suo senso più ampio come capacità di alimentare intuito e mente, favorisce la partecipazione sociale, è sempre connessa a un contesto storico, ed è sempre depositaria di un significato simbolico. Infine, elemento importantissimo, l’opera pur essendo spesso riproducibile, è unica e originale, dunque autentica.

 

Quotazione e valutazione dell’opera d’arte

 

Una quotazione dipende dalla presenza di diversi fattori quali il livello qualitativo dell’opera, il suo potere attrattivo ed estetico, il suo potenziale economico, il prestigio della galleria che rappresenta l’artista, la presenza di pubblicazioni, critiche, di un curriculum di eventi espositivi, dunque del valore dell’artista, etc. Un prezzo è dunque il risultato di interazioni profonde che avvengono all’interno del sistema dell’arte e dei suoi agenti e che prevedono tanto gli aspetti tecnici ed estetici che quelli più astratti. Il prezzo è un fattore importante, in grado di influenzare direttamente la percezione del valore di un’opera d’arte attivando in un certo senso il mercato dell’arte.

Uno dei fattori da tenere in considerazione per la valutazione di un’opera è sicuramente il fatto che rispetto ad altri prodotti, i beni artistici sono più scarsi, ovvero presentano una disponibilità limitata. Il loro valore complessivo può essere visto come la risultante di un’analisi materica e del valore creativo dell’artista. L’arte contemporanea mostra però quanto esistano tendenze affermate o mode che influenzano la produzione e circolazione delle opere. Inoltre, un artista vivente può continuare a produrre opere incessantemente, dando vita a una produzione più corposa e continuativa.

Quanto alla tecnica di esecuzione, le opere più quotate sono generalmente quelle eseguite su tela con colori ad olio o acrilici. Inoltre, anche la dimensione influisce sul prezzo finale ma tale caratteristica si combina a un altro valore – il coefficiente variabile dell’artista – che cambia nel corso del tempo. Tale valore viene generalmente combinato con la dimensione dell’opera. Può accadere allora che un quadro di piccole dimensioni possa avere un prezzo molto più alto di un’opera di maggiori dimensioni legato però alla produzione di un artista emergente. Un fattore determinante è dunque la fama o notorietà dell’artista, ovvero il suo riconoscimento.

È dunque particolarmente complesso stabilire delle metodologie univoche per misurare il valore di un bene artistico a causa delle peculiarità dell’opera d’arte e delle numerose variabili che agiscono sul mercato dell’arte. Si cerca allora di analizzare e stabilire degli indici di prezzo per le opere, avviando ricerche che vedono al centro proprio il comportamento del prodotto artistico.

 

La patologia del costo: Baumol e Bowen

Un articolo pubblicato nel 1986 sull’American Economic Review, firmato da William Baumol, ha mostrato quanto i prezzi legati al mondo dell’arte non seguano le dinamiche generali di mercato, non potendo misurarne le costanti oscillazioni. I prezzi stabiliti nel mercato dell’arte sarebbero quindi innaturali.

Sempre una ricerca di Baumol e Bowen ha evidenziato che l’arte è influenzata da un fenomeno denominato “patologia del costo”. Il processo artistico non adoperando tecnologie specifiche resterebbe sempre, per così dire, un passo indietro agli altri segmenti di mercato non potendo inglobare nei propri processi produttivi tali innovazioni. Quindi la ricerca artistica, così come le arti performative, non possiede la capacità di rendersi più efficiente con il passare del tempo e le trasformazioni tecnologiche come accade nel mondo della produzione e della comunicazione. Il prezzo delle opere d’arte diviene così sempre più crescente nel tempo.

 

Da cosa dipende il valore dell’arte – National Museum of Art Doorways Washington DC

Come si è visto, il prodotto artistico possiede dunque una natura peculiare ma anche un comportamento specifico all’interno del mercato. I numerosi studi del settore non hanno ancora fornito risposte univoche a quesiti legati proprio alle specificità del mercato artistico. Certamente, le riflessioni si rivelano particolarmente interessanti e dirette alle trasformazioni in atto nella nostra società culturale e nelle abitudini dei consumatori.

Gli scenari dell’arte post-Covid: quale futuro per il mercato dell’arte?

 

Le tendenze degli ultimi anni mostrano che il mercato dell’arte è uno spazio attrattivo e dinamico, sempre più internazionale ed eterogeneo, costituito da diverse realtà che sono parte del “sistema dell’arte”. Investire in arte oggi è un processo complesso che richiede non solo la conoscenza del valore economico dell’opera ma anche dei meccanismi di mercato, della sua domanda e offerta, della concorrenza e delle dinamiche di pricing.

L’opera d’arte rappresenta ancora un investimento emozionale e a lungo termine. Nel canalizzare le sue scelte, il collezionista è mosso da una componente emotiva e anche sociale, anche se è indiscutibile che il valore finanziario e la “visione di investimento” siano sempre più rilevanti.

Cosa accadrà nei prossimi anni, quali saranno le tendenze, soprattutto post Covid-19, è impossibile da prevedere nella sua totalità. Quello che è certo è che negli ultimi mesi l’arte ha rappresentato un conforto collettivo, lanciando un messaggio di condivisione, e di appartenenza culturale, rinforzando quel valore spirituale e simbolico che è alla base del concetto di bene artistico.

E se le sfide non mancano, soprattutto a livello di sostenibilità, c’è sicuramente la volontà di analizzare le criticità del sistema e dei servizi offerti, ricorrendo anche a una digitalizzazione delle risorse. Accanto a strategie di marketing, visite di influencer all’interno dei musei, corse a nuove risorse tecnologiche, chiusure e riaperture, nuovi scenari, l’arte si presenta, ancora una volta, come una risorsa inestimabile, una prova di resilienza, istantanea indispensabile e veritiera del nostro presente (anche) economico.

 

 

Bibliografia:
Baumol W.J. – Bowen W. G., Performing Arts, the Economic Dilemma, The Twentieth Century Fund, New York, 1966.
Bonito Oliva A., Italia 2000 Arte e sistema dell’arte. Milano, Giampaolo Prearo Editore, 2000.
Frey B. S., Arts & Economics. Analysis & Cultural Policy. Berlino, Springer- Verlag, 2000.
Herchenröeder C., Il Mercato dell’arte. Milano, Bompiani, 1980.
Rascon C., Para entender la economia del arte, Nostra Ediciones, 2009.
Schiavone G., El mercado del arte: reflexiones acerca de una perpetua antítesis, febbraio 2019.