Arte e moda. Seppur nelle loro dinamiche distinte, sono due settori dai linguaggi espressivi
ed emozionali affini che si incontrano sempre più frequentemente. Storiche maison
diventano così mecenati di gallerie d’arte e celebri designer promuovono musei per le
proprie creazioni rappresentando una testimonianza degli attuali intrecci tra arte e fashion.
Il mondo delle arti visive è costantemente all’avanguardia. Instancabilmente sperimenta,
contatta forme espressive diverse, creando nuove formule estetiche all’insegna
dell’innovazione. La moda incontra belle arti e arti performative inglobandole non solo
nelle sue creazioni in senso stretto, nella scelta dei materiali e dei temi iconografici, ma
anche nella progettazione delle esperienze di fruizione, dalle sfilate in passerella sempre
più scenografiche e performative, o alle vetrine, sempre più interessanti e concettuali.

G. Balla, Genio Futurista, 1925

G. Balla, Genio Futurista, 1925

La moda risponde al fermento delle arti visive attraverso rimandi stilistici e tematici,
cromatici e iconografici, che possono costituire esempi di citazionismo formale nella forma
di input creativo. Si tratta di un dialogo attivo che si manifesta a diversi livelli della vita
culturale e sociale.
Le radici di questo fenomeno sono legate alla natura fortemente estetica dei linguaggi,
tanto che vestire il corpo può rappresentare per chi sceglie e osserva un atto creativo e
performativo che esprime un’identità personale nella scelta e combinazione di capi e
tessuti. Per comprendere tali dinamiche, ai potrebbe volgere lo sguardo al passato, ai
fermenti artistici e culturali che hanno segnato soprattutto gli inizi del Novecento. Tra le
Avanguardie del XX secolo, il movimento artistico che ha promosso una relazione proficua
tra arte e fashion, è senza alcun dubbio il Futurismo, con la sua attenzione per quelle
manifestazioni e linguaggi sperimentali e innovativi che rivestono anche la dimensione
della moda quale aspetto della vita quotidiana.

 

G. Balla, Gilet futurista ricamato, 1924-25

Gli esponenti dell’Art Nouveau ma anche delle Avanguardie Storiche infatti promuovono e
sperimentano un’idea innovativa di abito come creazione sempre più artistica prendendo
le distanze dalla percezione corrente e tradizionale, ritenuta obsoleta e superata. Da un
lato, si pensi a Klimt e ai cromatismi preziosi, alla particolarità delle vesti dei suoi
personaggi. Pur nell’assenza di volumetria, lo stile decorativo dei tessuti rappresentati
emerge con forza, fondendosi agli altri aspetti della composizione, dalle figure allo spazio
circostante.

G. Balla, abito, 1930

Così, le Avanguardie Storiche, con il loro impulso alla contaminazione e sperimentazione,
con quell’allontanamento dagli stilemi della tradizione, rappresentano un campo di
innovazione peculiare dove ci si imbatte nella convivenza tra linguaggi in ogni aspetto della
vita quotidiana.
Il Futurismo è uno di quei movimenti in cui tale relazione con la moda è particolarmente
efficace. I principi del dinamismo propri della poetica del Manifesto futurista entrano così
nel mondo della moda, proponendo un’estetica dell’abito più rivoluzionaria, nelle scelte
cromatiche, nei volumi e nelle forme in dialettica con il corpo umano, in contrasto, dunque
con le pratiche comuni considerate superate.

 

G. Balla, Le vetement masculin futuriste, 1914

È l’11 settembre 1914 e Giacomo Balla, nel suo manifesto Il Vestito Antineutrale, si
esprime contro la moda borghese, etichettandola come noiosa e conformista. Il Futurismo
intende sovvertire i valori del sistema artistico e culturale tradizionale in nome dei nuovi
ideali di progresso, allontanandosi dai codici estetici del passato. I futuristi intendono agire
nel quotidiano, abbracciando i cambiamenti e le trasformazioni in atto nella società,
pertanto, anche l’abbigliamento diventa parte di tale concezione della vita. La moda allora,
in quanto linguaggio fatto di segni, contribuisce a comunicare l’uomo e la donna del
presente, amplificando la frattura con il passato. Tra le innovazioni introdotte dal
movimento è importante citare l’uso dei colori negli abiti maschili, la prevalenza di nuovi
tagli, come il collo a V che vede la sua introduzione proprio in tale contesto, gli accessori
“modificanti” che vanno sensibilmente e creativamente a valorizzare l’assetto dell’abito.

 

G. Balla, Bozzetto per vestito da uomo, 1914

Anche i tessuti simultainés di Sonia Delaunay sono una testimonianza della presenza delle
ricerche concettuali futuriste all’interno del campo della moda. L’artista crea tessuti dai
molteplici colori, intensi, con ritmi astratti. Tali rapporti cromatici simultanei vengono
infatti applicati e sperimentati non solo nelle opere visive ma anche a scenografie e
modelli di moda, oltre che costumi per il teatro.

S. Delaunay, Robes simultanées (trois femmes, formes, couleurs), 1925.

Ma il futurismo non ha influenzato solo il contesto culturale degli inizi del Novecento. Gli
echi di tale movimento che ha permeato della sua essenza vari linguaggi espressivi dalla
letteratura, alla scultura, alla pittura, al teatro e al cinema, alla moda.
Grande appassionata del futurismo e collezionista è stata la stilista Laura Biagiotti che ha
creato una collezione di ispirazione futurista connessa alle ricerche estetiche di Balla. Nel
1997 è nata la Fondazione Biagiotti Cigna ricevendo in donazione 170 opere del Maestro
Giacomo Balla, una testimonianza della predilezione della coppia per il movimento
artistico che ha introdotto importanti novità nella concezione dell’abito maschile, ma anche femminile.

La Balmoda è proprio il cuore di tale collezione privata che è stata
messa a punto negli anni dalla stilista accanto al marito Gianni Cigna.
Anche la collezione presentata per lo SS 19 e firmata Lavinia Biagiotti Cigna offre dei
rimandi alla poetica futurista nella scelta della palette dei colori, nelle asimmetrie dei capi
spalla, nelle stampe a motivi geometrici, nell’applicazione di intarsi. I risultati sono di
grande dinamismo, in un’estetica decisa, dai colori forti e dalle linee determinate.

Laura Biagiotti, collezione SS 19

Del resto, proprio Giacomo Balla nel Manifesto del Vestito Antineutrale dichiarava che
l’abito femminile dovesse essere “dinamico, aggressivo, volitivo, violento, volante,
agilizzante, giocoso, illuminante”. Balla è infatti uno dei maestri del Futurismo che ha
dedicato grande spazio alla moda considerandola arte. La Ricostruzione Futurista
dell’Universo comunica efficacemente questa espansione irruenta della creatività nel
mondo del quotidiano auspicando a una vivace e radicale rivoluzione.
Di tale libertà estrema che porta a rompere gli schemi tradizionali si avvertono ancora gli
echi in molte delle collezioni attuali mostrando l’importanza dei movimenti artistici del
passato sull’evoluzione della cultura del presente, indipendentemente dal gusto personale,
nei suoi molteplici (e sempre in progress) linguaggi.